2022
Nei Grigioni i ricami e in particolare il punto croce hanno una grande tradizione. La ricca collezione di ricami del Museo retico offre la possibilità di ammirare l'arte locale del ricamo in un contesto più ampio. Allo stesso tempo dalla prospettiva dell'arte contemporanea, viene posta in risalto l'attualità di questa prassi artistica.
La mostra presenta i ricami grigionesi e li contrappone a opere di artiste e artisti internazionali. In questo contesto risulta chiaro che la tradizione dell'artigianato artistico grigionese era alimentata fin dall'inizio da elementi di culture diverse. L'arte tradizionale del ricamo richiama l'attenzione su questioni che si ripresentano oggi alla luce di altre esperienze sociali e culturali. Le attività tessili con una connotazione femminile sono state notevolmente valorizzate e promosse all'inizio del XX secolo. Al contempo artisti come Sophie Taeuber-Arp, Alice Bailly ed Ernst Ludwig Kirchner hanno contribuito in modo significativo a dare nuovo impulso all'arte dell'avanguardia con riferimento alle arti applicate. Anni dopo gli artisti riprendono in mano ago e filo o, come Alighiero Boetti o Susan Hefuna, creano con le loro opere ponti che superano i confini e attraversano gli spazi culturali. Con il ricamo l'arte contemporanea cerca di mettere in dubbio e di spezzare l'estetica tradizionale. Louise Bourgeois, ad esempio, per le sue opere utilizza indumenti e li trasforma in oggetti portatori di condizioni emotive e psicologiche. Eliza Bennett, la quale ricama la propria mano, oppure Véronique Arnold, che ritrae le ricamatrici, richiamano l'attenzione sulle condizioni di lavoro nell'industria e nell'economia domestica. Elaine Reichek invece analizza come nella mitologia antica il filo appaia come mezzo dell'emancipazione femminile e come queste storie siano state ulteriormente sviluppate nella pittura europea. D'altro canto Gödze Ilkin ricama figure in viaggio su lenzuola e copriletti, creando immagini suggestive che evocano la ricerca di una casa. Artiste e artisti contemporanei attribuiscono quindi un nuovo potere ad ago e filo per raffigurare il mondo di oggi in modo poetico e al contempo socialmente critico.
Oltre ai ricami storici dei Grigioni, la mostra curata da Stephan Kunz e Susann Wintsch presenta anche opere di Véronique Arnold (F), Latifa Attaii (AFG), Alice Bailly (CH), Eliza Bennett (GB), Alighiero Boetti (I), Louise Bourgeois (F/USA), Rehab Eldalil (EGY), Susan Hefuna (D/EGY), Gözde İlkin (TR), Ernst Ludwig Kirchner (D), Isa Melsheimer (D), Marisa Merz (I), Irene Posch (A), Elaine Reichek (USA), Jean-Frédéric Schnyder (CH), Rozita Sharafjahan (IR), Annegret Soltau (D), Sophie Taeuber-Arp (CH), wiedemann/mettler (CH), Jeanne Natalie Wintsch (POL/CH).