Anteprima
L'atelier è da sempre considerato come una superficie di proiezione: un luogo di ritiro, di ispirazione – uno spazio di intimità e allo stesso tempo di pubblica attribuzione. Lo spettro spazia dal mitico spazio di lavoro di Alberto Giacometti alla Factory di Warhol. Oggi l'ate-lier può essere una fabbrica, uno spazio di lavoro collettivo in cui l'arte nasce da processi visibili. Per molte artiste e artisti contemporanei, tuttavia, non si tratta più di uno spazio confinato, bensì di un luogo più ampio – interconnesso, digitale e mobile. La mostra riuni-sce opere della collezione di Mirko Baselgia, Flurin Bisig, Stefan Gritsch, Maude Léonard-Contant e Catrin Lüthi K e videoarte di Matthew Barney, Klodin Erb, Paul McCarthy e Adrian Paci. Opere che ridefiniscono l'atelier quale spazio di riflessione, di produzione e di nostalgia.