Si ha di fronte un foglio di carta:
una superficie, quattro bordi. Con i mezzi più rudimentali, con linee, forme e
strutture gli artisti cercano di impadronirsi di queste componenti elementari.
La riflessione degli strumenti figurativi rientra soprattutto nelle basi
dell'arte concettuale e minimalistica intorno al 1970. Ciò ha portato a una
rivalutazione del disegno, attribuendogli da un lato un'importanza particolare
nella pratica artistica del tempo e dall'altro rivalutando l'arte del disegno
anche di altre epoche. La raccolta che viene qui presentata è nata su questo
sfondo. È iniziata con opere dell'arte americana degli anni 60 e 70 e su questo
periodo è posto anche uno dei suoi accenti. Partendo da qui si sono aperti
nuovi campi d'interesse e si sono aggiunte altre opere da altri contesti: opere
singole, così come vaste collezioni. La selezione non è guidata tanto da nessi
di storia dell'arte, quanto piuttosto da momenti visivi che non sostituiscono i
contesti storici, si presentano bensì quale loro complemento. Da questa
prospettiva risultano collegamenti sorprendenti che superano tempo e spazio.
L'apertura nei confronti degli strumenti figurativi specifici che
caratterizzano ogni singolo disegno diventa il leitmotiv e rianima chi
contempla e l'occhio esperto. I giudizi predeterminati vengono relativizzati e
si aprono nuove prospettive. Vengono mostrate tra le altre cose opere di Arnold
Böcklin, Ferdinand Hodler, Félix Vallotton, René Auberjonois, Lucio Fontana,
Eva Hesse, Sol LeWitt, Donald Judd, James Bishop e Richard Tuttle.
Vernissage: Venerdì 6 giugno 2014, ore 18.00
Introduzione: Stephan Kunz, direttore del Museo d'arte dei Grigioni
Catalogo
In occasione della mostra viene pubblicato un catalogo con un'introduzione di
Stephan Kunz; 128 pagine, 100 immagini.